- raccontato da Shlomo Venezia | 1923
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Provincia di Roma - Per la memoria | 26/08/2011
Appena arrivati sulla rampa, fu fatta la prima selezione fra uomini e donne; Shlomo vide la madre e le due sorelline piccole allontanarsi e fu l’ultima volta che le vide. Soltanto dopo seppe che erano state destinate subito all’eliminazione. La sorella maggiore invece venne destinata al lavoro. Shlomo rimase col fratello e da Birkenau, che era in sottocampo di Auschwitz dove tutti arrivavano, vennero destinati ad Auschwitz Uno, che non era attrezzato per lo sterminio ma per il lavoro. Lì incontrarono in fidanzato della sorella che aveva un posto buono e, dopo averla cercata, riuscì a fare trasferire la fidanzata da Birkenau. Si è salvata solo grazie a questo fidanzato intraprendente. La procedura per chi non veniva eliminato subito era la stessa: spogliati, rasati, depilati, doccia dove il tedesco di turno si divertiva a mandare acqua bollente per poter rimandare dentro a calci chi giustamente scappava, numero tatuato sul braccio che bisognava imparare a memoria e in tedesco.
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