- raccontato da Spizzichino Mario | 1925
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Provincia di Roma - Per la memoria | 26/08/2011
Mario ha sempre voluto parlare raccontare. Non tutti hanno voluto credere subito, sembrava impossibile. L’esperienza della deportazione ancora pesa. Addirittura quando qualcuno vede il numero tatuato pensa che Mario sia stato in prigione, qualcuno pensa sia il numero della cassaforte. Ma è anche capitato di incontrare qualcun altro, uno sconosciuto, col numero tatuato e allora sono stati abbracci come tra fratelli. Mario da molto tempo va nelle scuole a parlare con i ragazzi, perché l’orrore accaduto non possa più succedere.
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