Cococcioni Onorina

 
Cococcioni Onorina

nato nel 1919
Roma

4 Racconti

1.0 min
Ma questa non la raccontiamo, ve la dovete andare ad ascoltare
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3.0 min
I giochi erano quelli di sempre: la bambola di pezza, la palla, i giochi per strada. Onorina ricorda il nonno che tutte le sere diceva il rosario e i nipotini inventavano risposte: anziché ora pro nobis, recitavano aprime no’. Onorina ha fatto le magistrali ma il primo lavoro non fu quello di maestra ma fu al Ministero delle Corporazioni a via Veneto perché il padre sapeva che le maestrine avevano di solito il primo incarico in paesini lontani. Quando poi la famiglia sfollò a Città Reale, Onorina insegnò ai bambini per tre anni; aveva le prime tre classi e aveva deciso che quelli di terza, più grandicelli, li faceva venire la mattina mentre i più piccoli li faceva venire di pomeriggio in modo che potessero dormire di più. Quando si è sposata ha smesso di lavorare.
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3.5 min
Onorina ha conosciuto il marito spedendogli una lettera. Era il cugino di Bianca, una sua amica, e D era impegnato nella campagna d’africa. Un giorno bianca le chiese di andare ad imbucare una lettera per lui; arrivata dal tabaccaio Onorina scoprì che doveva spedirla tramite posta aerea e usare una busta adeguata. Così il cugino si vide arrivare una lettera con la calligrafia della cugina ma con un’altra calligrafia per l’indirizzo sulla busta. Chiese, una volta tornato la volle conoscere, si innamorarono e alla fine si sposarono.
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4.5 min
Onorina Cococcioni – Il fascismo e poi la guerra Onorina ha fatto tutta quella che lei chiama carriera dentro alla scuola al tempo del fascismo: la ginnastica, la divisa, le canzoni. Scoppiata la guerra, al primo bombardamento di Roma, il padre di Onorina portò tutta la famiglia al suo paese, città reale in provincia di Rieti. Ma i tedeschi in ritirata arrivarono anche lì. E capitò che chiamassero le ragazze per farsi indicare la strada. Onorina, minacciata, pensò bene di accompagnarli fino al sentiero di montagna perché considerò che era preferibile essere stuprata piuttosto che uccisa. Di fatto, forse anche perché erano militari austriaci, non le successe nulla.
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