- raccontato da Zandel Diego | 1945
- caricato da
Provincia di Roma - Per la memoria | 05/08/2011
Diego Zandel ricorda che al’orizzonte si vedevano i palazzi bianchi del Palazzo della civiltà del Lavoro e il Palazzo dei congressi che emergevano dall’agro Pontino. In casa sua si entrava direttamente in cucina dove c’era un lavandino che serviva per tutto, dietro c’era il water e c’erano due stanze dove dormivano i genitori e lui con la nonna. Sono stati lì nove anni. Prima erano stati nelle baracche di un ex campo di prigionia della prima guerra mondiale dove i divisori erano semplici tende e quindi i padiglioni erano un lusso. E racconta del gioco pindul pandol: un gioco in cui il mazziere doveva respingere il pindul che arrivava, un gioco bello che aveva bisogno di grandi spazi. Negli spazi delle vasche giocavano a indiani e cowboy. Da grandi il gioco diventa la pallacanestro con la squadra giuliana che arrivò anche in serie A. Il padre di Diego la sera dopo il lavoro passava casa per casa a raccogliere i soldi per finanziare le trasferte. Tratto dal film documentario Vivere in esilio, per gentile concessione del Museo di Fiume - Roma
visualizzato 13454