I giochi

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  • raccontato da Franco Scalabrini | 1936
  • caricato da Provincia di Roma - Per la memoria | 19/09/2012
Erano giochi poveri ma belli, anche perché i bambini se li costruivano da soli. La nizza era un classico della costruzione:bastava un vecchio manico di scopa. O il cerchio che era il cerchione di una vecchia bicicletta. Il pallone era fatto con le calze vecchie riempite di stracci o di carta. Vicino casa, a Via delle Fornaci, c’erano ancora le fabbriche di mattoni. Lì vicino si trovavano molte ranocchie e lucertole: erano battute di caccia per catturarle e poi lasciarle andare. E spesso riuscivano a prendere qualche mattone ancora fresco con cui a casa si modellavano navi e aerei. E poi c’erano gli aquiloni con la carta dei giornali e le canne che trovavano a Via delle Fornaci e l’aquilone veniva lanciato da Monte Ciocci. E c’era la fionda fatta con un ramo di albero a forcina e con strisce di camera d’aria che fungeva da elastico.
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