Negli anni 30 Anzio viveva di turismo in estate. D’inverno il tempo si passava all’osteria e in primavera si facevano i lavori di manutenzione alle case che sarebbero state affittate la stagione successiva. Poiché in inverno non c’erano incassi, il negozio di alimentari segnava tutta la spesa su un foglio di carta: una copia al negozio, una copia al cliente. E per pagare se ne parlava in estate quando con i villeggianti arrivavano i guadagni. La famiglia di Enzo, oltre alle barche, gestiva circa 80 cabine in uno stabilimento sulla spiaggia e ad Enzo toccava pulirle ogni giorno dalla sabbia. La cosa peggiore era quando gli toccava accompagnare in barca al largo i villeggianti: gli sembrava di essere uno schiavo incatenato al remo delle galere.
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