Da un lato la concreta minaccia di trasferimento di Crosignani e Lucunao, da parte della Direzione su richiesta dal sindacato degli infermieri, e dall'altro la reazione degli studenti e dei movimenti in difesa dell'operato dei due medici, si risolse insperabilmente nell'autorizzazione a Crosignani e Lucuano di intraprendere l'esperimento della gestione di un reparto "umanizzato" e organizzato in forma di comunità terapeutica ispirata a Maxwell Jones. Con grandissima difficoltà nonostante il conflitto con i personale infermieristico i due medici riuscirono a mobilitarne diciotto infermiere che, convinte della validità dell'esperimento e della necessità di cambiamento, consentirono contro la volontà del sindacato di avviare con il loro contributo la nuova gestione del reparto aperto. Prese il via dunque una fase sperimentale che progressivamente si allargò ad altre realtà ospedaliere non solo torinesi. Questo nuova gestione di un reparto psichiatrico aperto, tuttavia, progredì tra l’ostruzionismo del sindacato degli infermieri , dei medici conservatori e il sospetto più o meno marcato delle autorità ospedaliere e quelle preposte al controllo sociale, Prefetto e Questore, che alternavano preoccupazioni e rassicurazioni in un contesto temporale, si era alla fine degli anni'60, non certo facile per la stabilità sociale e l'ordine pubblico.
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